Shock anafilattici nei bambini: le scuole non preparate al soccorso

Negli ultimi dieci anni sono aumentate le allergie alimentari nei bambini, ma nelle scuole non c'è personale pronto ad affrontare l'emergenza.

di Giorgia Martino 20 Giugno 2012 0:33

Secondo i dati diffusi dall’Eaaci (l’Accademia europea di allergia e immunologia clinica) sono aumentate le reazioni allergiche alimentari dei bambini piccoli, andando a moltiplicarsi per sette volte rispetto ai numeri di 10 anni fa. Il vero problema è che spesso questi shock avvengono a scuola, dove per la prima volta si manifestano un terzo delle allergie a causa del fatto che si entra in contatto con cibi nuovi, che per il piccolo potrebbero essere letali. Ma il dramma più grande è che le scuole non sono per nulla pronte ad affrontare queste situazioni, mancando di persone che sappiano ricorrere ad azioni di pronto soccorso. Gli shock anafilattici, si ricorda, possono essere anche fatali, per cui il problema, visto sotto questo aspetto, assume connotazioni particolarmente gravi.

Se non si possono ridurre i rischi allergici, è necessario almeno che le scuole siano pronte ad affrontare questi problemi. Il prossimo passo dell’Eaaci è quello di aumentare la consapevolezza negli istituti scolastici, e nello spiegare quali sono i sintomi e come mettere in atto delle manovre di pronto soccorso.

A tal proposito afferma Cezmi Akdis, presidente dell’Eaaci:

Il primo elemento di questa campagna è il lancio degli ‘Standard minimi internazionali per i bambini allergici a scuola’, che stabiliscono i requisiti di base per la sicurezza. Crediamo di riuscire a formulare gli standard, e la loro versione del documento rivolta ai pazienti, entro i prossimi mesi.

Secondo l’Eaaci, un altro fronte su cui migliorare la situazione è il coinvolgimento delle autorità europee nel migliorare le etichette alimentari, considerando che spesso tracce di latte, arachidi, crostacei, merluzzo e uova (le sostanze che provocano più allergie in Europa) vengono taciute, provocando così la reazione nell’individuo allergico a tali alimenti che, in questo modo, è ignaro di assumerli.

La campagna dell’Eaaci può essere seguita online all’indirizzo www.stopanaphylaxis.com, dove è possibile anche scaricare del materiale informativo da leggere e da diffondere ulteriormente.

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