Bambini: mangiare troppo li rende più stupidi

Ingozzarsi fa male all'intelligenza dei più piccoli. Abbuffate off limits, almeno secondo i ricercatori del Rush University Medical Center

di Francesco Giuseppe Ciniglio 11 Dicembre 2012 17:52

Mangiare troppo mette a rischio l’intelligenza dei più piccoli. Pericolo abbuffate per i bambini? A sostegno di tale tesi, uno studio condotto dal centro malattia Alzheimer del Rush University Medical Center, recentemente pubblicato sulla rivista Neurology.

Secondo i risultati che emergono dallo studio, sembrerebbe che i bambini che non hanno avuto modo di disporre di ogni ben di Dio o hanno persino finito per patire la fame, una volta divenuti anziani si sono dimostrati molto più svegli e intelligenti rispetto ai propri coetanei che, al contrario, hanno avuto beneficiato di un piatto sempre pieno.

Bambini, cibo e intelligenzaLo studio

Risultati del tutto inaspettati, anche per via del fatto che numerose ricerche avevano dimostrato che gli individui interessati da avversità in tenera età, erano risultati più inclini a sviluppare problematiche di salute una volta divenuti adulti, al contrario dei coetanei più abbienti e seguiti dai propri genitori.

L’equipe di ricercatori del Rush University Medical Center ha preso in esame circa 6.000 persone con un’età compresa tra i 65 e gli 85 anni, tutte provenienti da Chicago, provvedendo a monitorare la prontezza mentale di quest’ultimi ogni 3 anni, per un lasso di tempo di 16 anni. Per far ciò, il team di ricerca coordinato dalla dottoressa Lisa Barnes si è servito di test specifici per la misurazione della prontezza mentale.

Grazie a questo accurato studio, è stato possibile scoprire che gli individui che da piccoli avevano sofferto la fame, ed erano piuttosto magri fino all’età di 12 anni, in tarda età erano molto più intelligenti. Contrariamente, quelli che fin da bambini erano gravati da un forte sovrappeso, hanno fatto registrare risultati mediocri nel corso dei test di prontezza mentale.

Al momento, i ricercatori non sono ancora riusciti a trovare una motivazione in grado di giustificare questo strano dato. Secondo la Barnes, ciò potrebbe essere dovuto al fatto che la restrizione calorica può essere in grado di ritardare la senilità, finendo con l’aumentare anche la longevità.

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