Eliminare i tatuaggi con il laser Q-Switch

Un diamante è per sempre. E un tatuaggio? Lo era, ma adesso, con i nuovi tipi di laser, è possibile eliminare i disegni fatti sul corpo.

di Giorgia Martino 23 Giugno 2012 16:58

Il tatuaggio è una moda sempre più frequente, fatto sta che in molti casi, anziché avere un valore simbolico (in fondo è per sempre, il bello è anche questo) diventa un orpello puramente estetico che dopo un po’ può anche stancare, soprattutto se fatto senza troppa convinzione.

Come toglierlo? Non è semplicissimo, e non sempre la sua eliminazione avviene in modo perfetto e pulito, tuttavia l’unica tecnica che finora ha dato buoni risultati è quella del laser.

I laser più moderni evitano anche la formazione di cicatrici, e non sono dolorosi, o almeno non più di una seduta dal tatuatore!

Le sedute con il laser per la rimozione di un tatuaggio sono plurime nel caso in cui il tattoo in questione sia molto colorato o composto comunque da colori diversi. I costi oscillano dai 300 euro ai 500 euro, a seconda del tipo di laser che verrà usato. Vi chiederete perché i tipi di laser cambiano. Vi rispondiamo subito: cambiano a seconda del colore del tatuaggio. Mentre i tatuaggi neri e rossi sono più semplici da eliminare, quelli verdi e azzurri richiedono più tempo.

Il laser più utilizzato per la rimozione dei tatuaggi si chiama Q-Switch, e può essere di tre tipologie: laser Nd-yag q-switch, laser rubino e laser ad alexandrite.

Possono sottoporsi tutti alle sedute di laser per rimuovere un disegno sul corpo? Non proprio: le donne incinte, ad esempio, devono evitare tassativamente questa procedura rimandandola a quando il loro pargoletto sarà nato. Inoltre, se è estate o tarda primavera e si ha intenzione di andare al mare, è meglio pensare di cancellare un tattoo di autunno o durante l’inverno, perché se ci si sottopone a delle sedute di laser è meglio evitare i raggi solari. Lo stesso discorso del sole vale, ovviamente, per le lampade UVA, che vanno evitate in concomitanza dei trattamenti con il laser.

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