Il viaggio nell’anima di una donna distrutta da abusi e dipendenze

L'autodistruzione e la "rinascita" di una giovane donna ne "I ricordi non si lavano" di Aurora Frola.

di Simona Vitale 25 Febbraio 2013 0:15

Richard Keith Chesterton scrisse: “Le favole non insegnano ai bambini che i mostri non esistono. Questo lo sanno già.
Le favole insegnano ai bambini che i mostri possono essere sconfitti”. Ci sono alcuni mostri, però, dei quali non semplice sbarazzarsi. Sono quelli dell’anima. Quelli che crescono dentro, anche inconsapevolmente, fino a condurti all’autodistruzione. Cercare di incatenarli per sempre non può rivelarsi la soluzione più efficace. Si libereranno e verranno a reclamare ciò che spetta loro: la vita, equivalente della nostra morte. Non solo fisica, ma principalmente interiore.

Qual è il mostro peggiore che un bambino potrebbe mai trovarsi di fronte? Quello che non si aspetta e che trasforma l’infanzia felice nel più orrendo degli incubi. L’amore che diventa abuso e che può arrivare a trasformare un bambino sereno in una larva di adulto, prossimo ad annientarsi. La devastazione fisica e mentale di un piccolo individuo in crescita che per il resto della sua vita passerà ogni singolo giorno a chiedersi “Perché?”.

Solo nel 2012, in Italia, i casi di abusi sessuali su minori, denunciati, sono stati più di 500. Non possiamo immaginare quanti invece vivranno “sommersi” per sempre. Quel che è certo è che il 60% dei casi di abusi sessuali avviene in quel che dovrebbe essere il contesto più sicuro per eccellenza: la famiglia. Con estrema crudezza e, a tratti, violenza, le conseguenze di uno degli eventi peggiori che possa capitare ad un bambino, a cui è stata strappata l’infanzia da coloro che avrebbero dovuto dargli amore, ci vengono scaraventate in faccia in un romanzo dal titolo già di per sé estremamente significativo: I ricordi non si lavano.

L’autrice del romanzo, la 30enne Aurora Frola, riesce a catapultarci in quello che è diventato l’inferno di Angelica. Angelica ha 25 anni e ha tentato il suicidio. Ci prova senza riuscirci, forse perché labile è il confine tra la voglia di vivere e quella di morire davvero. Dopo tanti episodi di autolesionismo, disturbi della personalità, dipendenze da farmaci prime e droghe poi, una relazione sentimentale naufragata nel sangue delle botte subite e inflitte, l’occasione per rinascere è offerta dal ricovero in una clinica psichiatrica per 3 mesi.

Non sarà facile abbandonare la via dell’autodistruzione, cominciata con l’assunzione di farmaci prescritti da un medico per combattere l’ansia, passando per l’assunzione di alcool e droghe varie, e culminata nel fallimento di un tentativo di suicidio. Non sarà facile ascoltare quella voce interiore che suggerisce ad Angelica di vivere e di non dare in pasto la sua vita agli spaventosi mostri della rabbia e del dolore, definitivamente. Con ritmo incalzante, e grazie all’ausilio di improvvisi e devastanti flash-back della propria infanzia e dei periodi più bui della vita della protagonista, l’autrice aiuta noi lettori ad immedesimarci pienamente nella storia torbida di Angelica. Sprofonderemo insieme a lei, riemergeremo insieme a lei.

Saremo tentati dal Male e riusciremo a resistergli. Fino a comprendere il perché di tutto. I motivi che hanno spinto una giovane donna a volersi annullare, sullo sfondo di una vita apparentemente perfetta e che nasconde invece orrori, incomprensioni e, forse più di ogni cosa, la mancanza d’amore. Quella di una madre, delusa da una figlia non perfetta, quella di un padre, succube e impotente. La sua famiglia, ben presto, sarà composta dalle sue nuove “amiche”, compagne di clinica, ognuna in preda ad affrontare i propri demoni. Angelica è sola, ma non del tutto.

I ricordi non si lavano, che consigliamo vivamente non solo ad un pubblico capace di reggere emozioni forti, sincere e dirette, si dirige anche verso coloro che vogliono farsi un’idea di quello che è un mondo a parte, diverso, rappresentato da una clinica psichiatrica, in  cui la normalità è qualcosa di ben diverso da quello a cui siamo abituati. Non vi anticipiamo più nulla, ma vi invitiamo soltanto a leggere questo piccolo gioiello di forza e drammaticità narrativa nell’attesa che la sua autrice, Aurora Frola, all’esordio, ci offra altri notevoli spunti di riflessione con un nuovo, appassionante, romanzo.

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