“Legalize Love”, la campagna di Google a favore dei matrimoni gay

Parte da Singapore e dalla Polonia la campagna di Google "Legalize Love", uno stimolo mediatico a legalizzare ufficialmente le unioni omosessuali.

di Giorgia Martino 10 Luglio 2012 23:52

I matrimoni gay sono un tema sempre più ricorrente al giorno d’oggi, e in più parti del mondo si preme perché finalmente possano essere istituzionalizzati, lasciando alle spalle delle tradizioni arcaiche e senza senso che non riconoscono che l’amore non ha gender.

Non poteva non dire la sua anche Google, che ha esso in atto una campagna intitolata Legalize Love. La campagna in questione è stata lanciata ufficialmente il 7 luglio scorso a Singapore e in Polonia, e ha intenzione di diffondersi soprattutto laddove non ci sono leggi a favore delle unioni gay.

Affermano i dirigenti di Mountain View:

Vogliamo che i nostri dipendenti gay, lesbiche e transessuali possano avere fuori dell’ufficio la stessa esperienza che hanno dentro. Si tratta, ovviamente, di un progetto molto ambizioso.

La partenza della campagna da Singapore viene così commentata da Mark Palmer Edgecumbe nell’ambito del Global Summit LGBT:

Singapore vuole essere un centro finanziario globale e leader mondiale e possiamo spingere sul fatto che essendo un centro globale e leader mondiale ha il dovere di trattare tutti allo stesso, a prescindere del loro orientamento sessuale.

Dalla parte del mondo gay, l’iniziativa è stata accolta con molto entusiasmo, come dimostrano anche le parole di Bob Amnibale, un dirigente gay:

Google ha un appeal molto ampio e demograficamente giovane, per questo può contribuire a diffondere messaggi molto, molto velocemente.

Ma Google non è nuovo alla difesa dei diritti degli omosessuali: basti pensare che ogni anno a giugno Google rinnova l’interfaccia del motore di ricerca per festeggiare il mese dell’orgoglio LGBT.

Oltre a motivazioni ideali, sembra che la difesa dei diritti dei gay sia dovuta anche a difficoltà pratiche: sembra infatti che Google faccia fatica ad assumere gli impiegati giusti nei Paesi che limitano i diritti agli omosessuali, o ancora hanno difficoltà a spostare i propri impiegati gay nelle zone del mondo più omofobe.

Per questo motivo, si tratta di una causa sentita e mandata avanti senza sosta né indugio dal 2007.

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