Bibite zuccherate: donne a rischio ictus
Le bibite zuccherate sarebbero in grado di agevolare la comparsa di ictus, almeno secondo uno studio condotto dall’Università di Osaka, recentemente pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, sarebbero le donne a correre i maggiori pericoli.
Secondo la ricerca, il consumo eccessivo di bibite zuccherate aumenterebbe dell’83% le probabilità di incorrere in un ictus ischemico.
Bibite zuccherate – Lo studio
Gli scienziati che hanno preso parte allo studio, hanno monitorato per oltre diciotto anni la salute di 40.000 persone (uomini e donne) giapponesi, con un’età media di 50 anni. A conclusione dello studio, il team di ricerca ha registrato 450 casi di ischemia cardiaca e 1900 ictus, di questi 860 di tipo emorragico e 1040 di tipo ischemico.
Confrontando i suddetti dati con quelli riguardanti il consumo di bibite zuccherate, emersi grazie a degli appositi questionari sulle abitudini alimentari, gli studiosi sono giunti alla conclusione che le donne che hanno fatto un uso maggiore di tali bevande sono state maggiormente colpite da ictus.
Nel caso degli uomini, invece, l’associazione tra consumo di bibite gassate e ictus non è stata significativa. Per tale ragione gli scienziati sono giunti alla conclusione che il consumo di questo tipo di bevande metta a rischio di ictus ischemico perlopiù le donne.
Bibite zuccherate – Quali sono i quantitativi pericolosi per il cervello?
Fra le donne che hanno preso parte alla ricerca, coloro che ne bevevano di più avevano la tendenza a consumarle tutti i giorni. Un numero abnorme, specialmente se si pensa che questo tipo di bevande agevolano la comparsa di diabete, tendono a rovinare i denti, minano la salute del cuore e sono dirette responsabilità dell’aumento di peso.
Ictus o non ictus, dunque, alla luce di quanto su espresso è facile comprendere che le bevande zuccherate siano fortemente dannose per la salute, pertanto, sarebbe bene limitarle il più possibile, educando i bambini a privilegiare bevande sane come tè verde, premute d’arancia e la cara e vecchia acqua.