Dimagrire con i batteri intestinali: nuova scoperta Usa
Sfruttare i batteri intestinali per dimagrire? Un gruppo di ricercato dell’Università del North Carolina, è riuscita col dimostrare che i Firmicuti, batteri molto più presenti nell’intestino delle persone fortemente in sovrappeso, agevolano l’assorbimento dei grassi, consentendo all’organismo di prelevare un quantitativo calorico maggiore di quello in genere presente in un determinato alimento.
La ricerca che ha portato a questa straordinaria scoperta è stata pubblicata sulla rivista Cell Host & Microbe. Lo studio è stato eseguito su dei pesci trasparenti, conosciuti con il nome di “zebrafish”.
I risultati ottenuti hanno evidenziato una relazione tra l’alimentazione, i microbi e la fisiologia, svelando il ruolo svolto dai batteri intestinali, fino ad oggi associati allo smaltimento dei carboidrati. Lo studio si è avvantaggiata della trasparenza dei pesci zebrafish. In questo modo i ricercatori hanno avuto modo di visualizzare il trasporto dei grassi e l’assorbimento degli stessi.
Per seguire le particelle, i ricercatori hanno provveduto a colorare i grassi servendosi di una molecola fluorescente, osservando cosa avveniva quando i pesci venivano nutriti. Così facendo è stato possibile scoprire che l’assorbimento nell’intestino aumenta grazie alla presenza dei Firmicuti. Come se non bastasse, un digiuno prolungato garantisce a debellare in parte questi batteri.
In parole povere l’alimentazione può andare ad influenzare l’assorbimento dei grassi, incidendo sulle quantità di alcuni microbi presenti nell’organismo, Firmicuti su tutti, che da quanto emerso, si occuperebbero di promuovere l’assorbimento dei grassi. Questa scoperta apre nuovi orizzonti nella ricerca di terapie adeguate per contrastare l’obesità e malattie ad essa associate.
Comprendendo a fondo il processo di assorbimento dei grassi alimentari messo in atto da questi batteri intestinali, forse un giorno sarà possibile produrre soluzioni atte a ridurre l’assorbimento dei grassi, contrastando in maniera significativa l’obesità e le malattie metaboliche ad essa correlate. Senza contare l’opportunità di mettere in atto un processo inverso nel caso di malnutrizione e anoressia.