Felicità e benessere economico: i ricchi non piangono
Felicità e benessere economico sono strettamente connesse. Medici, sociologi e psicologi, sembrano scagliarsi contro il vecchio adagio secondo il quale “la ricchezza non fa la felicità”. Numerosi studi hanno dimostrato che le persone con un reddito elevato conducono una vita molto più serena ed agita, rispetto a chi, invece, è costretto a fare i conti con un lavoro precario ed entrate limitate.
Compiendo il ragionamento opposto, i ricercatori dell’University College of London si sono interrogati sulle potenzialità del benessere mentale, chiedendosi se quest’ultimo possa avere delle influenze positive sulla carriera, portando a maggiori benefici economici.
Per ottenere delle risposte affidabili, gli scienziati londinesi hanno provveduto a monitorare un campione di circa diecimila persone con un’età compresa tra i diciotto e i ventidue anni.
Dal suddetto studio, è emerso che i sostenitori del pensiero positivo avevano molte più possibilità di ottenere una posizione lavorativa di prestigio.
Contrariamente, giovani e adolescenti che erano incorsi in esperienze negative nel corso dell’infanzia, hanno dimostrato di godere di una scarsa autostima e, conseguentemente, presentavano una minore capacità nel seguire le proprie attitudini, finendo con il non valorizzarsi a sufficienza.
A tal proposito, il dottor Jan Emmanuel De Neve, a capo della sperimentazione, ha affermato che la felicità può dipendere da numerosi fattori come relazioni sociali, salute, autostima. Quest’ultimi, a propria volta sono in grado di influenzare positivamente la carriera scolastica e lavorativa.
Ricerche come quella sostenuta dall’University College of London, hanno messo in risalto il fatto che avere un atteggiamento costruttivo può andare ad incidere positivamente sul benessere psicologico, finendo con l’aumentare le abilità cognitive e agevolando la carriera.
Godere di una mente attenta e che mira all’obiettivo, infatti, può andare a stimolare la produzione di dopamina, neurotrasmettitore coinvolto nelle performance cerebrali, memoria e concentrazione.
Non a caso gli ultimi studi neuroscientifici hanno dimostrato che un maggiore benessere soggettivo è associabile a delle precise variazioni neurologiche, a loro volta connesse allo sviluppo delle abilità cognitive e profitti economici.