Crisi economica: le donne non si curano
La crisi economica ha finito con il danneggiare persino la salute delle donne italiane. Stando ai dati pubblicati dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna e Farmaindustria, pur di sostenere la famiglia, il gentil sesso si priverebbe delle cure farmacologiche e di accertamenti clinici.
Del resto non è un mistero che l’altruismo delle donne non conosce eguali. Entrando nel dettaglio, il rapporto O.N.Da è dell’avviso che una donna su quattro arriva a privarsi dei farmaci a causa di ristrettezze economiche. Una percentuale molto superiore a quella degli uomini, che molto raramente arrivano a rinunciare alle cure mediche per il bene della propria famiglia.
Un quadro tanto eroico quanto preoccupante, anche in virtù del fatto che i dati sulla salute femminile appaiono peggiorati rispetto a qualche anno fa, almeno stando a quanto affermato dal presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi. Secondo quest’ultimo, nonostante un miglioramento dell’aspettativa di vita delle donne, non vi è stato un innalzamento della qualità delle vita femminile.
A tal proposito, la presidentessa dell’ Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna,Francesca Merzagora, ha lanciato un appello alle istituzioni con la speranza che quest’ultime rivelino una maggiore disponibilità nei confronti dei bisogni delle donne, almeno per ciò che concerne il contesto socio-assistenziale.
D’altronde la situazione italiana è veramente allarmante. Ad oggi, secondo alcuni rappresentanti dell’O.N.Da, le discriminazione sessuali sembrerebbero abbondare anche nella fruibilità della sanità pubblica. La parità sembra ancor un lontano miraggio, anche nelle corsie degli ospedali? Difficile tracciare un quadro chiaro ed equidistante, privo di discriminazioni e tesi oggettive.
Al di là degli spinosi interrogativi e delle provocazioni, l’unica cosa certa è che la rinuncia alle cure farmacologiche e alla prevenzione da parte delle donne, secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna avrebbe finito con il determinare una crescita esponenziale dell’incidenza delle maggiori patologie femminili: disturbi psichici, tumori, malattie cardiovascolari e così via.