Salute: medici in gonnella, è boom.

Parità dei sessi raggiunta anche nelle corsie ospedaliere? A guardare le statistiche sembrerebbe di si.

di Francesco Giuseppe Ciniglio 16 Dicembre 2012 18:39

Sempre più dottori donna. Attualmente, il gentil sesso rappresenta il 40% dei medici presenti negli ospedali pubblici. Una percentuale significativa, specialmente se si tiene conto del fatto che la suddetta raggiunge il 63% nella fascia d’età che va dai 25 ai 39 anni.

Il “sorpasso delle dottoresse ai colleghi maschi sembra dunque essere dietro l’angolo. Nonostante ciò, le pari opportunità per ciò che concerne la carriera, appaiono ancora come un lontano miraggio, dato che solo il 14% delle donne medico è direttore di struttura complessa e esclusivamente il 9% può vantare un incarico da direttore generale.

Dati che fanno riflettere, poiché in grado di rivelare una profonda contraddizione. Non a caso, stando ai messaggi giunti dalla Prima Conferenza Nazionale Donne del sindacato dei medici dirigenti (Assomed-Annao), è ora che la sanità si distacchi da un modello meramente maschile, avviandosi verso un’organizzazione lavorativa che prenda maggiormente in considerazione il gentil sesso.

Riflessioni più che lecite, visto che, nonostante “il boom dei medici in gonnella”, anche in settori come la cardiochirurgia e la neurochirurgia, in passato dominate dagli uomini, le donne all’apice della propria carriera sanitaria sono ancora “merce rara”.

I motivi? La prima causa è rappresentata dalle difficoltà delle donne di coinciliare la vita familiare con quella lavorativa. Non a caso il 30% delle dottoresse che ricoprono un ruolo rilevante è rappresentato da separate, divorziate o single e una su 3 è nubile.

Quali sono le problematiche che ostacolano la carriera delle dottoresse? In primis la mancata sostituzione in caso di lunghi congedi per maternità o per motivi di famiglia. A ciò vanno poi ad aggiungersi: difficoltà nell’accesso al part time, mancanza di orari di lavoro flessibili, mancanza di asili nido aziendali e il continuo ricorso a contratti atipici. Grossi fastidi a cui le donne medico sono costrette a far fronte e che nella maggior parte dei casi, finiscono con l’incidere sulla carriera.

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