Ciò che bisogna sapere sull’ amniocentesi
L’ amniocentesi è un esame che consiste in un prelievo transaddominale di liquido amniotico dall’utero. Con questa procedura si ottengono dei campioni biologici che permettono di effettuare la cosiddetta diagnosi prenatale. Questo esame permette infatti di individuare problemi cromosomici, in particolare la cosiddetta trisomia 21, cioè la Sindrome di Down, le malattie ereditarie del feto e alcune malattie del sistema nervoso centrale.
L’amniocentesi di solito viene consigliata o addirittura raccomandata alle donne che hanno superato i 35 anni perchè con l’età aumentano i casi di trisomia 21. È consigliata anche nel caso in cui ci sia forte rischio di malattie ereditarie o di famiglie con precedenti casi di sindrome di down. A volte alcune donne si rifiutano di sottoporsi a questo esame, per motivi etici o personali.
In ogni caso se il medico prescrive l’amniocentesi o la consiglia caldamente, significa che c’è una motivazione dettata da ragioni mediche. La durata dell’amniocentesi è di trenta minuti al massimo, compresa l’ecografia. Possono presentarsi delle piccole difficoltà nel caso in cui la placenta sia posizionata anteriormente rispetto all’utero. L’amniocentesi comporta un rischio di aborto dello 0,5-1%, cioè uno ogni 200 prelievi effettuati.
A mettere un po’ a disagio è anche il gesto: l’idea di un ago che viene infilato nel ventre, vicino al feto, può fare una certa impressione. In realtà il feto non corre alcun rischio e la sensazione che le madri provano è quella di una semplice puntura. In ogni caso è sempre opportuno rivolgersi ad uno specialista di comprovata esperienza, sia per ottenere informazioni, sia per effettuare l’esame.